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tre punti della superficie terrestre

11-Feb-16

 

Le figure femminili appartenenti allo stile I e II non rispecchiano la realtà anatomica più delle donne di Picasso, dalle quali sarebbe difficile risalire alla tipologia antropologica della francese moderna. Il loro grandissimo valore plastico dipende appunto dal fatto che esse riflettono l’elaborazione figurativa della loro epoca, tra il Gravettiano e il Solutreano, quando gli animali erano suggeriti da una curva cervico-dorsale su cui venivano ad agganciarsi alcuni particolari assottigliati alle estremità. E’ peraltro evidente che il canone figurativo è stato modellato e rimodellato da secoli di copie successive: basta confrontare i particolari delle statuette di Kostenki, di Willendorf e di Lespugue per rendersi conto che si tratta dello stesso archetipo, ma che la mirabile figura di Lespugue è costituita da volumi via via modificati, tanto da apparire assurdi sotto il profilo anatomico. Quanto è stato delle delle dee della Fecondità è assolutamente banale e privo di significato: considerare la fecondità come un fenomeno auspicabile è tipico di tutte le religioni, e farne della donna il simbolo non ha niente di originale. Paragonare le figure paleolitiche a statuette mesopotamiche o nicaraguensi tende solo a dimostrare che esistono donne in tre punti della superficie terrestre. In realtà, noi ignoriamo quale fosse il significato profondo che i paleolitici attribuivano alle loro “Veneri”, le quali potevano benissimo essere delle “Giunoni” o delle “Proserpine”.

 

André Leroi-Gourhan, Le religioni della preistoria, 1964 – trad. it. di Elina Klersy Imberciadori, Adelphi 1993 – pp. 145-146.

Big History

09-Feb-16

Mi sono iscritta, su un MOOC (Massive Open Online Courses, in italiano: Corsi aperti online su larga scala, recita wikipedia), a un corso di Big History.

Ma l’entusiasmo per questa narrazione della storia dell’universo sta già venendo attaccato dalla mia voce critica, che mi dice all’orecchio “Mmh, questo entusiasmo, questa pragmatica esaltazione nelle magnifiche sorti e progressive della conoscenza dell’uomo in base a un affresco composto dalla fisica e dalla chimica, dalle scienze naturali e dalla storia, dalla genetica e dalla climatologia, non ti puzza un po’ di ideologia?”

Eh sì, va detto: trovo una parentela tra questa prospettiva e quella che vede nell’economia guidata da algoritmi i primi germi di un futuro che vedrà la vera Razionalità – espressa dall’emergere (ecco di nuovo la fisica), grazie agli strumenti digitali (a pagamento), di un cervello collettivo connesso – guidare le politiche sociali e le scelte economiche, in base a criteri oggettivi, misurabili e condivisi. Madonna se m’è venuta lunga ‘sta frase.

Non che questa parentela sia così difficile da scoprire: se ho ben capito Bill Gates è il principale finanziatore dell’istituto australiano dedicato alla disciplina.

A questo punto avrei voluto parlare di Armi, acciaio e malattie, ma ho perso del tempo a capire come mettere le note a pié di pagina su wordpress e mi è venuto tardi.

Ascolto musicale: Dvořák, Sinfonia n. 9.

un percorso

16-Gen-16

Primo post, più per testare il blog e decidere un template che altro.

Ma ne approfitterò per descrivere questo spazio, così magari lo chiarisco anche a me.

Questo blog vuole essere uno strumento per il percorso di conoscenza ed esperienza che ho davanti. Qui voglio annotare ciò che imparo dai libri che sto leggendo e ciò che mi passa per la testa nei miei momenti di illuminazione.

Quello che è mi successo negli ultimi due anni è singolare. Mi sono via via distaccata dalla cultura pop: ho smesso di guardare telefilm, ho smesso di leggere i fumetti e la narrativa fantastica, ho smesso di guardare film horror e pian piano film statunitensi incentrati su maschi, soprattutto se bianchi & eterosessuali; è diminuita la mia attenzione al web e ai social network fino a cancellare il mio account facebook, è cresciuta quella per i temi della privacy, dell’anonimato e della critica all’ideologia della sharing economy e dei big data; ho ricominciato a tenermi aggiornata sull’attualità e sulla geopolitica, sulle lotte per i diritti umani e sui migranti; ho iniziato a leggere saggi di antropologia, storia, divulgazione scientifica.

Le droghe sono una componente importante di questo processo. Droghe psichedeliche e psicoattive che mi hanno insegnato a pensare meglio e mi hanno avvicinato a certe verità che si colgono meglio con le difese abbassate.

Ora ho un progetto di miglioramento personale che passa dalla conoscenza. Perché io sono un essere razionale, analitico e diligente, che assorbe le informazioni leggendo e riflette imparando. Ho trovato uno spazio per i libri accanto al computer in cucina e ho ricominciato a studiare. Per ora storia (nella declinazione big history che va di moda, e che mi entusiasma), in futuro antropologia, filologia, scienze naturali e psicologiche.

Sto studiando per trovare una risposta.

La domanda, tempo fa, sarebbe stata : “Perché c’è tanto dolore?”. Questa la so. Il dolore è connaturato all’esistenza, poiché non esiste vita senza la morte, e la morte è omicidio, vecchiaia, malattia, fame e sofferenza. Il dolore non è un accidente, ma la natura stessa della vita. Provare dolore è normalissimo e solo smettendo di dargli tutta questa importanza riuscirò ad andare al di là del dolore.

La domanda nasce dal mio desiderio di stare meglio e di far stare meglio gli altri. Per sapere cosa fare, bisogna capire cosa significa meglio. Cosa è buono per l’essere umano? Cosa dà all’essere umano la possibilità di fiorire, di realizzare le sue potenzialità di piacere? Cosa caratterizza, alla fin fine, l’essere umano – cosa siamo, cosa vogliamo?

L’opera dell’umanità e la sua storia sono indizi. Avrei potuto fare un percorso nella musica, o nell’arte; lo farò nella spiritualità e nella cultura, nella lingua e nel diritto, nella politica e nell’Ideale.

Ora basta, devo tornare a leggere.